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Soddisfazioni!

Oggi non pubblico materiali ma solo riflessioni e… soddisfazioni!

Dovete sapere che in quest’anno scolastico in classe, con la collega prevalente, stiamo sperimentando una fantastica alternanza nelle discipline di studio. Considerato che alcune delle mie ore di sostegno sono su di una bambina con lievi difficoltà di tipo cognitivo e che quindi il mio ruolo è di supporto alla classe con un intervento molto indiretto e generale, spesso a svolgere le lezioni di storia e geografia sono proprio io. Ci siamo organizzate così sia per favorire una reale integrazione degli alunni che per diffondere un’idea di intercambiabilità tra le docenti (perché  l’insegnante di sostegno non sia considerata solo di uno o due alunni). Inoltre la collaborazione tra me e la collega è servita soprattutto all’inizio dell’anno per dare avvio al metodo di studio.

sottolineare

In breve: fin dalle prime lezioni, dopo una lettura collettiva di una pagina di testo, una delle due guidava l’attività di sottolineatura, mentre l’altra passava tra i banchi per controllare che tutti avessero capito e trovato il segno. Una volta sottolineata la frase contenente le informazioni principali, la andavamo a rileggere insieme per capire che – anche togliendo il resto del testo – il concetto importante veniva comunque rintracciato. Inoltre, con il pastello colorato preferito, andavamo a cerchiare le parole chiave, così da evidenziarle e poterle fissare nella mente già da subito. Parallelamente fin dalle prime lezioni, abbiamo presentato le varie modalità per ristrutturare i contenuti del testo: sintesi, mappe concettuali, schemi, parole chiave e definizioni, domande guida e risposta.

Bene.  Nel giro di pochi mesi (e nonostante le varie interruzioni che abbiamo avuto a causa del terremoto in questo anno scolastico tutto particolare) i bambini si sono appassionati a questo metodo e per loro è diventata ormai una sfida “ricostruire” la frase estrapolando nel testo soltanto le informazioni principali. Così, da qualche settimana (i primi hanno cominciato già prima di Natale) TUTTI sono in grado di sottolineare autonomamente la frase contenente il nucleo essenziale, escludendo quindi parentesi, proposizioni incise, esempi o ripetizioni. E così li vedi saltare da una frase all’altra con una tale scioltezza che li abbracceresti tutti per il resto della mattinata. Al tempo stesso, li senti chiedere “quando facciamo lo schema?” oppure li senti dire “io ho studiato con la mappa concettuale e ne ho fatta un’altra da sola!”. Insomma, passatemi il termine: tutto ciò è una gran figata!!! 🙂

Perché in fondo, diciamolo, l’apprendimento del metodo di studio è uno degli aspetti fondamentali per tutta la storia scolastica di una persona (ed anche oltre) ed è più su quest’aspetto, che non sui singoli contenuti, che si deve puntare soprattutto all’inizio. Sarà che uno dei ricordi più belli dei miei anni alle scuole elementari è proprio della maestra Simona – supplente della titolare che era in maternità –  che, giovane ed energica, ci guidava nel metodo di studio. Beh credo che proprio quell’apprendimento significativo abbia fatto la differenza nel mio caso, quando poi alle medie e alle superiori, tutte le insegnanti dicevano ai miei genitori che il mio metodo di studio sicuro mi avrebbe permesso di studiare qualsiasi cosa. E poi, all’università e nello studio per il concorso docenti, proprio quel metodo mi ha salvato: libri interi macinati nel giro di poco tempo grazie ad una velocità di sottolineatura e di selezione dei concetti fondamentali. Forse è stata proprio questa mia passione personale (che, ripeto, nel mio caso ha fatto la differenza) a far salire l’insegnamento del metodo di studio nella scala delle priorità. E i risultati mi stanno dando ragione con enormi soddisfazioni, anche perché tutto questo processo di studio sta portando dei buonissimi prodotti. I bambini si approcciano alle interrogazioni con grande serenità, anzi capita che chiedano tutti di essere interrogati per primi e che ci restino male quando inevitabilmente qualcuno deve attendere di più.  Quando ripetono, inoltre, quasi tutti riescono a rielaborare a modo loro i contenuti, collegando tra loro le informazioni  e mostrando di aver davvero compreso ciò che hanno studiato. Infine, con queste diverse modalità di rielaborazione a partire da un’unica attività comune, abbiamo la dimostrazione che tutti gli stili cognitivi dei vari alunni trovano spazio e modalità di emergere con le loro peculiarità.

E, ieri mattina, quando D. – alunno con un’infinità di problemi di attenzione e di comportamento – ha raccontato a modo suo (nel senso che ha quasi drammatizzato le scene) le glaciazioni, le modalità di caccia in gruppo, gli utilizzi del fuoco e tutte le attività degli uomini del paleolitico, collegando tra loro i concetti e facendone un discorso preciso e corretto, beh… mi sono commossa. La cosa bella è che lui se ne è accorto e gli ho dovuto spiegare che di certo non erano lacrime di dispiacere ma di felicità… così lui, altrettanto felice, si è aperto in un sorriso che ancora vedo davanti a me. Se chi ha maggiori difficoltà mostra di stare al passo con interesse, motivazione, impegno e buoni risultati…. allora sì che siamo sulla strada giusta!

Che soddisfazione!!!

Maestra Gigia