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ll mito

Dopo la lettura di numerosi miti, ci avventuriamo verso la creazione di un mito tutto nostro.

Prima di tutto, ripercorriamo i punti salienti:

  • cosa è il mito
  • qual è la sua funzione
  • quali sono gli elementi caratteristici.

E ora pianifichiamo la scrittura!

Come? Usiamo la scaletta e… via alla fantasia!

La scaletta la trovi qui:

Buon lavoro!

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Italia Politica in pixel art

Ciao a tutti,

sto cercando di rispettare l’impegno di pubblicare almeno un articolo al mese. Quindi… eccomi qui a fine Febbraio per condividere con voi un lavoro che unisce geografia e tecnologia: sto parlando della costruzione della cartina politica dell’Italia attraverso un codice di pixel art!

Devo ammettere, prima di tutto, di aver preso spunto da diversi post che sono circolati in vari gruppi facebook dedicati agli insegnanti, nei quali spesso è stata condivisa una foto di un codice scritto a mano. Di essa non è stato possibile attribuire la “paternità” o almeno un riconoscimento dei diritti d’autore proprio perché la foto è stata postata da persone diverse in rete.

In ogni caso, effettuando l’attività “da alunna” ed avendo riscontrato dei piccoli errori nel codice, ho decido di apportare qualche piccola modifica e di trascriverlo su un foglio word così da renderlo accessibile a tutti, scrivendo la parola relativa al colore e non inserendo il quadratino colorato (che sarebbe poi scomodo da fotocopiare e riprodurre a scuola).

Come viene effettuato il lavoro?

E’ necessario avere un foglio quadrettato e tracciare su di esso un rettangolo di 50 quadretti (larghezza) x 60 quadretti (lunghezza). Per praticità è conveniente scrivere fuori dal rettangolo i numeri delle varie righe e colonne, così gli alunni possono orientarsi con maggiore facilità nel foglio ed effettuare continue attività di riscontro rispetto ai vari codici.

Se si utizzano i quadretti da 1 cm sono necessari diversi fogli da incollare tra di loro, se i quadretti sono da 0,5cm sono sufficienti due fogli, infine se i quadretti sono da 0,4 dovrebbe essere sufficiente un unico foglio (a patto che non ci siano i fori laterali per i raccoglitori).

Una volta preparato il foglio è necessario munirsi di tutti i colori necessari per la coloritura dei quadretti e… si comincia! Riga per riga, si leggono i numeri relative alle quantità di quadretti da colorare per ciascuna tinta, fino a coprire tutti gli spazi.

E’ consigliabile utilizzare i pastelli in modo da poter effettuare più agevolmente le correzioni ad eventuali errori che potrebbero capitare. Una volta conclusa la cartina è possibile comunque evidenziare i contorni delle singole regioni con i pennarelli colorati oppure con una penna nera a punta fine (tipo trattopen o simili).

L’effetto finale (io ho usato i pennarelli ma, come già scritto, li sconsiglio) è questo:

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Il codice per la realizzazione della cartina è qui (file in pdf): codici pixel art italia politica

In classe stiamo effettuando lo stesso lavoro su di un cartellone quadrettato, così da riprodurre la cartina in formato gigante. Appena sarà finita, aggiornerò il post!

Buon lavoro e a presto!

Maestra Gigia

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Il corpo umano – versione semplificata

Ciao a tutti!

come vi dicevo nel precedente post, quest’anno sono in quinta!
In scienze, l’argomento principale di quest’anno scolastico riguarda il Corpo Umano, i suoi apparati e il loro funzionamento.

Human body systems diagram

Quando segui un bambino con autismo, cosa puoi fare per rendere l’argomento accessibile e alla sua portata?

Io mi sono organizzata così…

In primis, ho effettuato attività di ampliamento lessicale riguardante i principali organi del corpo umano, procedendo in ordine nei vari apparati, ovviamente partendo da una visione di carattere generale.
In seguito, ho iniziato a semplificare l’argomento cercando di ridurre il tutto ai nuclei essenziali così da non appesantire lo studio inutilmente.

Prima di caricare il file che ho creato, sono doverose alcune precisazioni prima che qualcuno scriva che il materiale è incompleto, inesatto ecc. 😀
Per me “semplificare” significa creare un materiale ad hoc per le caratteristiche dei miei alunni e … questo sta funzionando con il mio!
Il materiale è stato predisposto per un bambino con notevoli difficoltà linguistiche in produzione e comprensione, pertanto:

  • il linguaggio usato è estremamente semplificato;
  • le informazioni relative agli organi coinvolti sono volutamente incomplete per dare al testo un’impronta essenziale;
  • la struttura frasale è estremamente semplificata e soprattutto lineare;
  • i meccanismi di funzionamento degli apparati sono ridotti ai minimi termini;
  • le informazioni relative al funzionamento degli organi e degli apparati sono, per quanto possibile, pratiche o comunque volte a rendere il discorso “concreto” e spendibile nella vita quotidiana.
  • le immagini allegate sono di facile comprensione.

Detto ciò, potete trovare il file del materiale qui: scienze classe quinta il corpo umano semplificato. Come sempre carico il file in formato word per permettere a ciascun docente di effettuare modifiche in relazione alle caratteristiche dei propri alunni.

Vi lascio un ulteriore contributo: per rendere l’esperienza di apprendimento più accattivante ho voluto aggiungere un dettaglio molto interessante. Eccolo!

illumanatomy 1

Si tratta di un libro carinissimo che ho avuto l’occasione di acquistare al Science Museum di Londra, quest’estate. Quello che ho io, cioè questo ,è in versione inglese (utilissimo per fare delle lezioni in CLIL con tutta la classe) ma è in commercio anche la versione in italiano.
Comunque, oltre ai contenuti scritti, la particolarità è sicuramente nelle immagini che vengono presentate in una grafica complessa che va “decifrata” con le apposite lenti.

illumanatomy 2

Le varie sezioni del libro presentano un dettaglio grafico su ogni parte del corpo

 

illumanatomy 3

Lente verde per i muscoli, lente rossa per lo scheletro

L’utilizzo di questo libro è stata un’esperienza fantastica perché ha reso accessibile ed immediata la visione “interna” del nostro organismo a tutti gli alunni della classe, inoltre ha creato curiosità e interesse verso il corpo umano: “Maestra, ma davvero dentro siamo fatti così!?”

Come sempre, lasciate una traccia del vostro passaggio e magari scrivetemi se avete utilizzato i miei contributi. Grazie 🙂

A presto

Maestra Gigia

 

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Coming back!

download

Ciao a tutti!

Come state?

La maestra Gigia è arrivata in quinta insieme alla sua classe ai suoi alunni speciali.

Cinque anni sono trascorsi molto velocemente nonostante fatiche, problemi e criticità varie… ed ecco che tra pochi mesi questi ragazzi spiccheranno il volo verso nuovi orizzonti! Non nego che c’è già un po’ di emozione nell’aria, però voglio godermi questi ultimi mesi insieme più che posso!

Per impegni scolastici e vicissitudini varie, il blog de La Maestra Gigia non viene aggiornato da oltre un anno, sigh! Eppure di materiali autoprodotti da caricare ne avrei in abbondanza….

Ecco perchè ho deciso di ringraziare tutti coloro che continuano a visitare questo spazio virtuale (sì, perché ormai il blog viaggia da solo, seppur senza aggiornamenti, con un buonissimo traffico giornaliero!) decidendo di pormi come obiettivo di questo 2019 proprio quello di aggiornarlo periodicamente!

La mia “mission” personale è quella di inserire almeno un nuovo articolo ogni mese. 

Insomma, se nei prossimi mesi non mi vedete abbastanza attiva…. avete il permesso di bacchettarmi nei commenti! 🙂

Prima cosa da fare è rispolverare questo spazio virtuale e magari aggiustare un po’ la grafica. Quindi mi metto subito al lavoro…

… troverete nuovi contenuti molto presto! Intanto, se vi va, scrivete nei commenti se ci sono argomenti, materiali o attività di cui vi piacerebbe trovare nuove risorse: non prometto nulla ma, se ho già qualcosa di pronto, posso caricarlo seguendo questa priorità!

A presto!

La Maestra Gigia

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Soddisfazioni!

Oggi non pubblico materiali ma solo riflessioni e… soddisfazioni!

Dovete sapere che in quest’anno scolastico in classe, con la collega prevalente, stiamo sperimentando una fantastica alternanza nelle discipline di studio. Considerato che alcune delle mie ore di sostegno sono su di una bambina con lievi difficoltà di tipo cognitivo e che quindi il mio ruolo è di supporto alla classe con un intervento molto indiretto e generale, spesso a svolgere le lezioni di storia e geografia sono proprio io. Ci siamo organizzate così sia per favorire una reale integrazione degli alunni che per diffondere un’idea di intercambiabilità tra le docenti (perché  l’insegnante di sostegno non sia considerata solo di uno o due alunni). Inoltre la collaborazione tra me e la collega è servita soprattutto all’inizio dell’anno per dare avvio al metodo di studio.

sottolineare

In breve: fin dalle prime lezioni, dopo una lettura collettiva di una pagina di testo, una delle due guidava l’attività di sottolineatura, mentre l’altra passava tra i banchi per controllare che tutti avessero capito e trovato il segno. Una volta sottolineata la frase contenente le informazioni principali, la andavamo a rileggere insieme per capire che – anche togliendo il resto del testo – il concetto importante veniva comunque rintracciato. Inoltre, con il pastello colorato preferito, andavamo a cerchiare le parole chiave, così da evidenziarle e poterle fissare nella mente già da subito. Parallelamente fin dalle prime lezioni, abbiamo presentato le varie modalità per ristrutturare i contenuti del testo: sintesi, mappe concettuali, schemi, parole chiave e definizioni, domande guida e risposta.

Bene.  Nel giro di pochi mesi (e nonostante le varie interruzioni che abbiamo avuto a causa del terremoto in questo anno scolastico tutto particolare) i bambini si sono appassionati a questo metodo e per loro è diventata ormai una sfida “ricostruire” la frase estrapolando nel testo soltanto le informazioni principali. Così, da qualche settimana (i primi hanno cominciato già prima di Natale) TUTTI sono in grado di sottolineare autonomamente la frase contenente il nucleo essenziale, escludendo quindi parentesi, proposizioni incise, esempi o ripetizioni. E così li vedi saltare da una frase all’altra con una tale scioltezza che li abbracceresti tutti per il resto della mattinata. Al tempo stesso, li senti chiedere “quando facciamo lo schema?” oppure li senti dire “io ho studiato con la mappa concettuale e ne ho fatta un’altra da sola!”. Insomma, passatemi il termine: tutto ciò è una gran figata!!! 🙂

Perché in fondo, diciamolo, l’apprendimento del metodo di studio è uno degli aspetti fondamentali per tutta la storia scolastica di una persona (ed anche oltre) ed è più su quest’aspetto, che non sui singoli contenuti, che si deve puntare soprattutto all’inizio. Sarà che uno dei ricordi più belli dei miei anni alle scuole elementari è proprio della maestra Simona – supplente della titolare che era in maternità –  che, giovane ed energica, ci guidava nel metodo di studio. Beh credo che proprio quell’apprendimento significativo abbia fatto la differenza nel mio caso, quando poi alle medie e alle superiori, tutte le insegnanti dicevano ai miei genitori che il mio metodo di studio sicuro mi avrebbe permesso di studiare qualsiasi cosa. E poi, all’università e nello studio per il concorso docenti, proprio quel metodo mi ha salvato: libri interi macinati nel giro di poco tempo grazie ad una velocità di sottolineatura e di selezione dei concetti fondamentali. Forse è stata proprio questa mia passione personale (che, ripeto, nel mio caso ha fatto la differenza) a far salire l’insegnamento del metodo di studio nella scala delle priorità. E i risultati mi stanno dando ragione con enormi soddisfazioni, anche perché tutto questo processo di studio sta portando dei buonissimi prodotti. I bambini si approcciano alle interrogazioni con grande serenità, anzi capita che chiedano tutti di essere interrogati per primi e che ci restino male quando inevitabilmente qualcuno deve attendere di più.  Quando ripetono, inoltre, quasi tutti riescono a rielaborare a modo loro i contenuti, collegando tra loro le informazioni  e mostrando di aver davvero compreso ciò che hanno studiato. Infine, con queste diverse modalità di rielaborazione a partire da un’unica attività comune, abbiamo la dimostrazione che tutti gli stili cognitivi dei vari alunni trovano spazio e modalità di emergere con le loro peculiarità.

E, ieri mattina, quando D. – alunno con un’infinità di problemi di attenzione e di comportamento – ha raccontato a modo suo (nel senso che ha quasi drammatizzato le scene) le glaciazioni, le modalità di caccia in gruppo, gli utilizzi del fuoco e tutte le attività degli uomini del paleolitico, collegando tra loro i concetti e facendone un discorso preciso e corretto, beh… mi sono commossa. La cosa bella è che lui se ne è accorto e gli ho dovuto spiegare che di certo non erano lacrime di dispiacere ma di felicità… così lui, altrettanto felice, si è aperto in un sorriso che ancora vedo davanti a me. Se chi ha maggiori difficoltà mostra di stare al passo con interesse, motivazione, impegno e buoni risultati…. allora sì che siamo sulla strada giusta!

Che soddisfazione!!!

Maestra Gigia

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Facciamo a pezzi… la frase!

Ciao a tutti!

Con il post di oggi condivido con voi un materiale che inizierò ad utilizzare domani con il mio alunno. Da molto tempo stiamo lavorando sulla costruzione della frase come verbalizzazione di immagini perché  bisogna continuamente rinforzare il corretto ordine degli elementi della frase che a volte svolazzano in giro liberamente 😀
Ora che finalmente stiamo svoltando con la lettura e la scrittura, voglio proporre un’attività di ulteriore manipolazione della frase, inserendo anche gli elementi scritti.

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Che cosa è?  Nel file che trovate qui sotto c’è uno schema di lavoro plastificabile (santa plastificatrice e santo velcro!) in cui sono già pronti un riquadro per attaccare l’immagine e gli spazi ordinati per inserire gli elementi della frase: soggetto (articolo + sostantivo), verbo e c.oggetto (articolo e sostantivo). Per agevolare la comprensione della struttura e per dare un piccolo aiuto che rinforza anche la discriminazione della domanda, sono inserite in alto le domande guida: chi è? cosa fa? che cosa?

Come usarlo? E’ possibile manipolare il materiale a proprio piacimento: io penso di utilizzarlo così:

  • io attacco l’immagine poi invito il bambino ad inserire gli elementi scritti della frase (produzione);
  • io inserisco gli elementi scritti della frase poi invito il bambino a leggerli e ad attaccare l’immagine corrispondente (comprensione);
  • io attacco l’immagine ed inserisco alcuni elementi scritti della frase lasciando i “buchi” poi invito il bambino ad inserire gli elementi mancanti (clozing);
  • io attacco l’immagine ed inserisco gli elementi scritti della frase in ordine sparso, poi invito il bambino a riordinarli aiutandosi con le domande guida (riordino).

Con quale materiale si utilizza questo schema di lavoro? Io l’ho preparato principalmente per le strutture morfosintattiche illustrate del testo della Erickson “Prevenzione e recupero dellkit_prevenzione-e-recupero-delle-difficolta-morfosintattiche_6137-578-9e difficoltà morfosintattiche” (eccolo: http://www.erickson.it/Libri/Pagine/Scheda-Libro.aspx?ItemId=38055) che uso già da un po’ e del quale ho già quasi tutte le immagini plastificate.
Per questo motivo, all’interno del file – prima ancora dello schema stesso -ho inserito le parole relative a quelle strutture, distinte per categoria grammaticale: articoli, sostantivi, verbi.  In realtà ho diverse illustrazioni di situazioni agite con altri soggetti e altre azioni, quindi all’interno del file ci sono parole aggiuntive a quelli del libro della Erickson. E naturalmente, come sempre, il file che vi allego io è in versione word, pertanto potete modificarlo a piacimento in base alle vostre necessità, sia nei contenuti (parole aggiuntive) che nella struttura (siete liberi di aggiungere le estensioni della frase).

Ecco il file: elementi-della-frase

Buon lavoro!

Maestra Gigia

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La storia personale… facile!

Cari amici,

complici le vacanze di Natale (a proposito… Auguri!) forse riesco a condividere con voi qualche materiale nuovo. Oggi ho preparato in velocità una scheda facilitata sulla storia personale per il mio alunno speciale, che vi allego qui sotto.

Essa contiene una prima parte sulla linea del tempo personale dalla propria nascita fino ad oggi, con tappe relative ai due gradi di scuola frequentati fino ad oggi.
La seconda parte è relativa ai propri dati personali, una sorta di carta d’identità molto semplice che possa aiutare il bambino a portare l’attenzione su dati importanti che potrebbero essergli utili anche in futuro, non tanto nell’ambito scolastico ma soprattutto nella vita quotidiana.
La terza parte è dedicata alla famiglia e prevede la compilazione di un albero genealogico molto semplice, dove sono indicati il livello dei genitori e quello dei nonni. I colori non sono a caso, infatti la legenda porta l’attenzione sul legame posizione-relazione rispetto al bambino stesso.
La scheda è prevalentemente compilativa, ovvero contiene piccole attività di comprensione (domanda-risposta) e di completamento (delle frasi).

Il file, come sempre, è in formato word, così che sia possibile per voi modificarlo secondo le vostre necessità. La scheda che ho preparato io è:

  • in stampato maiuscolo;
  • fortemente semplificata a livello linguistico (perché sta imparando a leggere ora);
  • fortemente semplificata a livello “matematico” (il mio alunno conosce i numeri entro il 100 quindi qui gli viene richiesto di inserire la progressione degli anni senza le cifre delle centinaia e delle migliaia);
  • con riferimenti illustrati semplici ma efficaci e un’organizzazione precisa dello spazio.

Dove trovate il file? Eccolo: storia-personale-facile.

Una cosa che devo constatare è purtroppo i materiali scritti in stampato maiuscolo sono davvero pochi in giro per la rete e, dato che mio alunno sta imparando a leggere unicamente in questo carattere, eccomi ad autoprodurre!
…maestri e maestre d’Italia, se state preparando materiali in stampato maiuscolo, condividete anche voi! 🙂

Spero che la scheda potrà essere utile a qualcuno!

Dalle statistiche vedo che c’è tantissima gente che naviga nel blog ma mi piacerebbe avere qualche feedback, quindi, se vi va, lasciate un segno del vostro passaggio e scrivetemi l’utilizzo che farete del mio materiale!

Buon lavoro!

Maestra Gigia

 

 

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Parole bisillabiche e trisillabiche… dalle immagini

Ciao a tutti!

A distanza di un anno dall’ultimo post – scusate, ho un’infinità di materiali autoprodotti ma… non je la posso fà 😀 – pubblico oggi un materiale molto semplice ma che si presta a molteplici utilizzi: le immagini delle parole bisillabiche e trisillabiche. Io ho creato questi due file per lavorare sull’associazione parola-immagine, dato che con il mio grandioso alunno speciale stiamo arrivando a questa fase dell’apprendimento della lettura. Io uso i cartoncini con le sillabe, li faccio leggere a salti, poi li avvicino nell’ordine giusto per formare una parola di senso compiuto ed… ecco che con la lettura veloce arriviamo a pronunciare una parola ben precisa. In questo primo periodo sarò io a mostrare il cartoncino con l’immagine subito dopo la lettura, mentre nelle fasi seguenti credo che sperimenterò una versione più giocosa in cui le immagini saranno disposte per la stanza e il mio alunno dovrà cercare quella giusta.

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Il primo file è relativo alle parole bisillabiche: MELA, PERA, RANA, LUPO, FUMO, SALE, PANE, TOPO, VASO, ROSA, VINO, RISO.

Nel secondo, invece, ci sono tutte parole trisillabiche: BANANA, LIMONE, PATATA, PANINO, DIVANO, TAVOLO, NUVOLA, NUVOLE, BALENA, MEDUSA, MELONE, SAPONE, ASINO, COLORI, MATITA.

Sono semplici immagini in bianco e nero, trovate in rete, riferite a parole di uso piuttosto comune e molto concrete, vicine all’esperienza dei bambini (in particolare al mio, nel senso che ho già presentato queste stesse parole prima in un lavoro di arricchimento lessicale e poi in attività di ripetizione logopedica con attenzione fonologica (presto inserirò un altro materiale a tal proposito). E così, se vi va, invece di cercarle e stamparle singolarmente ogni volta, eccovele tutte quante insieme a disposizione per voi QUI: parole 2 sillabe e  parole 3 sillabe. Fatene buon uso! 🙂

Ciao

Maestra Gigia

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Analizzare le relazioni nel gruppo classe: il Sociogramma di Moreno

Cari lettori,

oggi vorrei parlarvi di uno strumento molto efficace per l’analisi delle relazioni interne al gruppo classe: mi riferisco al Sociogramma di Moreno! Chi di voi lo conosce? Personalmente ho avuto occasione di studiarlo diverse volte nel corso della mia carriera scolastica e universitaria e ora, in veste di maestra, cerco di utilizzarlo nel contesto della classe in cui mi trovo a lavorare per capire bene la qualità delle relazioni all’interno del gruppo e la qualità dell’integrazione dei bambini con il sostegno che seguo personalmente. Scelgo di scrivere di questo argomento proprio ora perché ho effettuato la somministrazione del sociogramma proprio oggi ed ho appena terminato il lavoro di rielaborazione dei dati.

Ma andiamo con ordine!

Il sociogramma di Moreno è uno strumento di indagine che analizza la posizione dei singoli individui all’interno del gruppo nonché la struttura delle relazioni del gruppo stesso. Esso assume la forma di un questionario da somministrare a tutti i componenti del gruppo e le domande fanno riferimento ad un criterio ludico (di gioco) e a un criterio funzionale (di lavoro): nel primo caso lo scopo è rilevare le dinamiche dello stare insieme e dei rapporti basati sulle affinità tra i bambini mentre nel secondo caso viene presa in analisi l’organizzazione del gruppo finalizzata al raggiungimento di un obiettivo condiviso. Per entrambi i criteri, vengono effettuate due domande: la prima di preferenza, la seconda di rifiuto/esclusione. La formulazione delle domande va calibrata sul livello della classe: nel mio caso – classe prima – ho formulato le domande in molto semplice e basate su un esempio reale.

  • Faremo un gioco a coppie: con chi ti piacerebbe giocare? (criterio affettivo-relazionale – accettazione)
  • Faremo un gioco a coppie: con chi non ti piacerebbe giocare? (criterio affettivo-relazionale – rifiuto)
  • Faremo un lavoro di gruppo: con chi vorresti lavorare? (criterio funzionale – accettazione)
  • Faremo un lavoro di gruppo: con chi non vorresti lavorare? (criterio funzionale – rifiuto)

I bambini devono dare due risposte a ciascuna domanda: il limite viene predisposto per evitare dispersioni e per rendere lo studio più accurato. Graficamente le scelte di preferenza e di esclusione vengono rappresentate diversamente: due nuvolette morbide e arrotondate per inserire le prime e due nuvolette più spigolose per inserire le seconde. Io ho creato e usato questo: modello-sociogramma.docx.

L’interpretazione dei dati è la parte più interessante anche se più “faticosa” per l’insegnante. Nel mio caso il sociogramma effettuato in classe è stato analizzato grazie all’ausilio del software didattico Sociogramma dei gruppi. Software per la somministrazione, l’analisi dei dati e l’interpretazione – Erickson.

Sociogramma dei gruppi - Erickson (software didattico)

Sociogramma dei gruppi – Erickson (software didattico)

E’ uno strumento molto interessante che, attraverso l’inserimento dei dati nel database, permette di avere una restituzione dei dati in forma grafica e quindi di impatto immediato. Il software non è recentissimo, io ce l’ho da 4 anni perché l’ho utilizzato per un lavoro sperimentale per la tesi di laurea nel sostegno e già allora avevo fatto fatica a reperirlo; ora vedo su ibs che risulta non disponibile ed è veramente un peccato perché – seppur decisamente non economico – era uno strumento molto utile. Se si utilizza il software la fatica è solo nella costruzione digitale del questionario e nell’inserimento di tutti i dati anagrafici e dei report degli alunni… poi il gioco è fatto! Certamente i dati possono essere analizzati anche “a mano”, anche se incrociare tutte le relazioni e costruire la rete delle scelte reciproche dei bambini (una vera e propria ragnatela!!!) potrebbe risultare difficile.

Un esempio delle relazioni in un gruppo classe

Un esempio delle relazioni in un gruppo classe

Cosa emerge dal sociogramma? La ragnatela dei rapporti all’interno del gruppo mostra chiaramente i nodi oggetto di una fitta rete di legami (bambini leader e popolari) o nodi isolati (bambini che non vengono indicati da nessuno dei compagni). L’utilizzo dei due criteri (relazionale/funzionale) e del doppio sistema di risposte (accettazione/rifiuto) permette di ragionare sulle scelte dei bambini in base alle situazioni facendo talvolta emergere dei dati interessanti: bambini super ricercati nel lavoro ma per nulla considerati nell’aspetto affettivo oppure bambini rifiutati nel lavoro ma molto ricercati nelle relazioni ludiche. Attenzione: è fondamentale ragionare sul significato di “rifiuto” e di “nodo isolato”. Un bambino rifiutato è un bambino indicato nelle scelte negative (non vorrei lavorare con… con vorrei giocare con …), mentre un nodo isolato è un bambino che non viene indicato da nessuno dei suoi compagni, ovvero completamente ignorato.

Credo sia fondamentale per ogni insegnante ragionare sui risultati del sociogramma per orientare le scelte educative e didattiche per la propria classe e per aggiustare il tiro su alcune dinamiche in corso. Per me i risultati sono stati davvero illuminanti.

Spero di aver incuriosito qualcuno di voi. Vi lascio comunque dei riferimenti a completamento di quanto ho scritto io:

http://www.edscuola.it/archivio/psicologia/sociogramma.htm;

https://diarioarpino.files.wordpress.com/2014/03/sociometrico-di-moreno.pdf;

http://parolealtre.it/sites/default/files/1-SociogrammadiMoreno.doc.

Buon lavoro a tutti!

Maestra Gigia

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La Molletta Cavalletta!

Cari lettori, oggi vi propongo un materiale di supporto per l’ambito matematico. Si tratta di una MOLLETTA CAVALLETTA!

La Molletta Cavalletta

Beh, considerato che io ooodio le cavallette, posso assicurare che mi è costato un bel po’ ammettere che questo animaletto poteva essermi utile 😀 Però, grazie a questo particolare utilizzo, magari esorcizzo la “paura” che mi fa 😀 Premesse personali a parte, si tratta di un personaggio mediatore costruito con una semplice molletta e degli scovolini colorati di ciniglia (sì, quelli un po’ pelosetti). Il suo scopo è quello di agevolare gli spostamenti sulla linea dei numeri e, soprattutto, la comprensione dei concetti prima e dopo. Nella preparazione ho voluto prendere in considerazione alcuni dettagli importanti per chi usa la comunicazione aumentativa con i simboli pcs (come nel mio caso). I simboli relativi ai concetti temporali “prima” e “dopo”, infatti, in alcune serie come quelle usate dal sito iocresco.it, sono creati con la stessa forma delle antennine e con i medesimi colori… ecco il perché di due antenne colorate in modo diverso e dalla forma così particolare. Chissà… magari la cavalletta ci verrà a trovare anche durante le attività di storia 😀 Una volta costruito il personaggio non resta che avere a disposizione una linea dei numeri a muro: la mia è una semplice striscia di cartoncino mentre le tessere dei numeri sono plastificate e attaccate con il velcro. L’utilizzo che ne faccio io è davvero molto semplice: posiziono la molletta sulla linea dei numeri che abbiamo appeso al muro, su di un numero in particolare. Andiamo a leggere il numero su cui la cavalletta si è posizionata, poi ci chiediamo: “quale numero viene prima?” e “quale numero viene dopo”. Come si fa? Vediamo dove “cadono” le antennine! Nel mio caso l’alunno deve lavorare soprattutto su questi due concetti, quindi la nostra amica cavalletta ci aiuta a rendere simpatico questo lavoro. Usiamo la molletta soltanto da una settimana e già si vedono i primi risultati!

La nostra amica cavalletta salta sulla linea dei numeri

Buon lavoro a tutti! A presto, Maestra Gigia ps. mentre io cerco di “abbellirla” fisicamente parlando, voi mi aiutate a trovare un nome ancora più simpatico? 🙂